Il prossimo 30 giugno scade la revisione delle macchine agricole immatricolate prima del 1984, ma poiché le modalità di esecuzione dell’operazione non sono ancora state definite la scadenza dovrà essere rinviata.
Le revisioni periodiche dei mezzi agricoli circolanti rappresentano ormai una criticità cronica, in quanto non eseguite da anni per la mancata emanazione del previsto decreto interministeriale attuativo (Trasporti e Politiche agricole) che ne definisca le modalità di esecuzione e le relative abilitazioni delle officine.
L’efficienza, e soprattutto la sicurezza, delle macchine agricole utilizzate nel nostro Paese è sempre più un problema, dove, secondo le stime delle organizzazioni di settore (fabbricanti, commercianti, agricoltori), su circa due milioni di trattori circolanti, l’85% è stato immatricolato 30 e più anni or sono.
Sui criteri del rinvio delle scadenze, peraltro, ci sono orientamenti discordi: da una parte chi sostiene la conferma della successione del termine di scadenza per effettuare le revisioni, cominciando dai veicoli più vecchi (immatricolati fino al 31 dicembre 1983), e concludendo con i più recenti (immatricolati negli ultimi 5 anni); dall’altra chi invece vorrebbe capovolgere le scadenze (cominciando dalle macchine più recenti) in modo evitare revisioni di macchine destinate a breve a essere sostituite.
Oltretutto i trattori più datati, anche a prescindere dalla revisione, hanno l’obbligo di adeguamento alle disposizioni di sicurezza per prevenire i rischi dei lavoratori, in primis per quanto riguarda il telaio superiore di protezione in caso di ribaltamento e la cintura di sicurezza, non ancora assolto da tutti gli agricoltori e che probabilmente incoraggerà in molti casi la sostituzione della macchina con una nuova, o comunque usata recente.