Qualche sporadica pioggia, portate “già estive” dei fiumi e una grande opera che sembra dimenticata: il Po. È questo lo scenario che appare in Nord Italia in questi giorni di marzo 2019.
Ad oggi il più lungo fiume italiano deve fare i conti con una secca anticipata e con la grave siccità estesa ad affluenti, laghi e invasi montani, causate da carenza di neve e penuria di piogge.
A seguito di questa eccezionale ondata di siccità, anche nella sede del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, lo scorso 15 marzo, si è riunito un tavolo straordinario per parlare di emergenza idrica.
Gli amministratori, i dirigenti dell’ente e i rappresentati delle associazioni agricole dei territori di Reggio Emilia e Modena si sono riuniti per approfondire il tema dell’avvio anticipato del servizio irriguo gestito dal Consorzio stesso.
I tecnici dell’Emilia Centrale hanno assicurato i rappresentati degli agricoltori che il servizio irriguo è già stato avviato in particolare nella zona dei prati stabili della Val d’Enza, dove, in questo momento, si registra la maggiore esigenza di acqua da utilizzare in agricoltura.
Attivata anche la derivazione dal fiume Secchia per la quale si è provveduto a tempo di record a sistemare l’invaso danneggiato dalla piena del 3 febbraio scorso.
Situazione diversa invece per le prese di risorsa idrica dal Po a Boretto dove, prima dell’attivazione dell’impianto idrovoro, serviranno ancora alcuni giorni. Sistema che, assicurano i tecnici, andrà a regime entro la fine del mese in modo da soddisfare le richieste.
Durante l’incontro illustrati anche gli interventi eseguiti sulla rete irrigua, essenziali per un’equilibrata e calibrata distribuzione dei flussi nei periodi di preponderante necessità collettiva.